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Le proteine chiave codificate dal DNA di HPV
Il DNA di HPV ha una lunghezza di 6800-8000 paia di basi, che, quando trascritto, codifica per 8 geni. I geni sono divisi in una fase precoce e una tardiva, indicando in quale stadio dell’infezione della cellula basale sono introdotti. E1, E2, E4, E5, E6, e E7 sono i geni della fase precoce, L1 e L2 sono quelli della fase tardiva. Le proteine chiave sono mostrate nella figura 3.6.

Meccanismo dell’infezione di HPV
Come detto precedentemente, l’epitelio squamoso agisce come una “pelle” protettiva prevenendo l’infezione dei tessuti sottostanti da parte dei patogeni.
Anche se la cervice non è un tessuto esposto all’esterno, è comunque soggetto all’ambiente esterno, specialmente durante i rapporti sessuali. L’HPV riesce a penetrare lo strato protettivo dell’epitelio squamoso attraverso le abrasioni epiteliali per iniziare il suo ciclo infettivo.

L’integrazione di HPV nel genoma dell’ospite
Sono due i principali meccanismi con cui l’integrazione del DNA virale in quello dell’ospite può portare allo sviluppo di un tumore.
- Bloccando la via di apoptosi cellulare
- Bloccando la sintesi delle proteine regolatorie causando mitosi non controllate
Ci sono due geni integranti all’interno del genoma di HPV che hanno un ruolo cruciale nella formazione del tumore: E6, che inibisce il ruolo di p53 ed E7, che inibisce il ruolo della proteina del retinoblastoma (Rb). Nella fisiologia normale, p53 e Rb sono coinvolte nella regolazione delle cellule con un DNA mutato o danneggiato.
Il gene p53 codifica una proteina che ha un ruolo fondamentale nel proteggerci dalle cellule con il DNA danneggiato. Normalmente, la proteina p53 si lega al DNA danneggiato e diventa attiva. L’attivazione di p53 porta all’attrazione di altre proteine che conducono all’apoptosi (morte cellulare programmata) della cellula con il DNA danneggiato. Quando la proteina E6 di HPV si lega alla proteina p53 dell’ospite, causa un cambiamento strutturale e la variante di p53 non è più capace di legarsi al DNA danneggato. Ne consegue che la cascata dell’apoptosi che coinvolge p21 non puo’ agire come “segnale di stop” nella mitosi, così la cellula mutata può dividersi senza controllo.
Il gene Rb codifica per una proteina che diminuisce l’abilità di replicarsi della cellula: Rb previene l’inibizione della progressione dalla fase gap alla fase G1 del ciclo mitotico. Quando la proteina E7 si lega e degrada la proteina Rb, non funziona più e la proliferazione cellulare non è più controllata.
Learning points del Capitolo 3
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